Stende il vigile a colpi di karate
UNA TURISTA giapponese psicolabile aggredisce a colpi di karate i vigili urbani e i carabinieri che le chiedono i documenti e poi si dà alla fuga. Si è alzato così il sipario su un’ora di follia, che ha visto il centro storico pontremolese trasformarsi quasi nel set di un film di Akira Kurosawa con gli inseguitori che hanno battuto palmo a palmo la zona per bloccare la donna che era in evidente stato di alterazione nervosa.
IN CITTÀ DA qualche giorno era stata segnalata per il comportamento strano e per aver trascorso la notte sotto il porticato del palazzo comunale in compagnia dei bassorilievi di Vittorio Emanuele II e di Giuseppe Garibaldi. Ma gli occhi a mandorla della trentenne del Sol Levante sono diventati quelli di una tigre quando, ieri mattina poco dopo le 8, si è sentita chiedere i documenti dal comandante dei vigili Elio Magnani. Dapprima ha borbottato scuse in inglese affermando di averli smarriti, ma subito dopo, forse non sapendo più come cavarsela, ha pensato bene di rifilare al pubblico ufficiale un improvviso cazzotto nello stomaco. Probabilmente l’accertamento di routine ha scatenato un filo di follia nella mente della turista ma il colpo ha lasciato senza fiato il dirigente dalla polizia municipale. Che solamente quando si è ripreso ma potuto allertare i carabinieri e il 118. A quel punto è scattata subito la caccia alla fuggitiva, successivamente individuata all’interno di un parco sul Torrente Verde. Per nascondersi si era accovacciata tra i cespugli.
E’ STATA DURA anche per i carabinieri della Compagnia di Pontremoli bloccare la nipotina di «Karate Kid» che sparava calci a tutto spiano con la tecnica dell’antica arte marziale. Vista la situazione delicata, i militari dell’Arma hanno adottato un atteggiamento soft e la giapponese ne ha approfittato per scrivere un quadro successivo alla propria avventura all’ombra del Campanone, dimostrando di possedere anche notevoli doti di velocità. E dal torrente il ritorno verso le piazze storiche è stato quasi da record. Correva come una velocista. Ma questa volta la sventurata orientale ha deciso di infilarsi nell’androne di un palazzo storico dove però è stata finalmente fermata. L’intervento dei sanitari ha fatto il resto così come il ricovero forzato attraverso il trattamento sanitario obbligatorio firmato nel frattempo dal sindaco Lucia Baracchini. I documenti della donna sono stati successivamente ritrovati dai militari sotto il ponte cinquecentesco del Casotto. Erano chiusi all’interno di un sacchetto di plastica.
Fonte: La Nazione
-
05 settembre 2018
Internet è una cosa seria
Conseguenze per chi insulta la PL sul web, ma anche per gli agenti che lo usano in modo disinvolto.
-
29 agosto 2018
Pattuglie velomontate
Mauro Di Gregorio ci spiega caratteristiche e pregi del servizio.
-
20 agosto 2018
Un passo avanti e due indietro
Quando anche le dotazioni per la sicurezza degli agenti diventano materia di scontro politico.
-
16 agosto 2018
Ha senso parlare di sicurezza stradale?
Difficile parlare di controlli e sanzioni quando i ponti ti crollano sotto i piedi.
-
08 agosto 2018
Smart Mobility: l’Italia c’è
Il nostro paese compie i primi passi concreti verso l’innovazione.